Il 30 aprile esce il cortometraggio Cuori in pasta, ideato da Trunk Studio. Il progetto racconta la cucina come veicolo di cura pratica ed emotiva
Nella giornata del 30 aprile esce il cortometraggio Cuori in pasta. Il progetto è stato ideato da Trunk Studio ed è supportato da Molino Pasini, e mette al centro di tutto la cucina, raccontandola come veicolo di cura pratica e emotiva. Per realizzare il corto ci sono volute oltre 10 ore di registrazione, ma poco meno di 10 giorni per montarlo. A partecipare sono stati numerosi italiani, che hanno avuto modo di raccontarsi dalla propria cucina.
In questo periodo non semplice, infatti, gli italiani hanno preso d’assalto i fornelli, cucinando ogni tipo di pietanze, dalle tradizionali pizze ai dolci. Per questo Trunk Studio ha deciso di realizzare un progetto che potesse aiutare la popolazione a sentirsi più unita, proprio tramite la cucina, che è concepita come una vera e propria terapia.
Gianluca Pasini, parlando di Cuori in pasta, ha dichiarato:
“Sono intimamente convinto che la cucina ci salverà, lo scrivo sempre su tutti i biglietti che invio con i nostri kit di farine. Abbiamo voluto sostenere questo progetto perché è in grado di racchiudere in qualche frame l’attività principale che ha coinvolto le persone in questo momento. È stato come scattare un’istantanea di quello che è successo nelle case degli italiani. Un concentrato di neorealismo, lo spaccato della vita quotidiana di tutti noi, oggi. La sua grande forza è di essere autentico”.
Anche Trunk Studio ha voluto parlare del progetto Cuori in pasta, aggiungendo:
“In questo periodo sospeso e quasi surreale, si è quasi materializzato davanti ai nostri occhi il ruolo di intrattenimento pratico e di cura emotiva che ha la cucina per noi italiani. Così abbiamo sentito il desiderio di raccontarlo: con orgoglio, con tanta emozione e con un po’ di allegria. […] L’idea di realizzare un film collettivo (raccogliendo testimonianze dirette sotto forma di messaggi vocali e video realizzati dalle persone coinvolte) è nata innanzitutto per esigenze pratiche. Ma è anche frutto di una precisa scelta. Volevamo evitare una comunicazione pubblicitaria troppo diretta, priva di sobrietà e di rispetto, per adottare un approccio più sincero e carico di empatia”.